mercoledì 1 luglio 2015

L'altra faccia della medaglia

Il bene non si dimentica.
Neanche il male.
La sofferenza fa crescere, ti plasma. E cambi.
Cambi per necessità, mica per divertimento.
E se cambi, cambi per sopravvivere, cerchi un nuovo modo di stare al mondo, di vedere te stessa, gli altri, di interpretare quello che ti capita.
Metti filtri nuovi alle lenti che usi per guardarti intorno.
E anche a quelle che usi per guardarti dentro.

Sono sempre stata circondata da persone che al mio minimo gesto di ribellione, o autonomia, quando non rispecchiavo i desideri o le aspettative altrui, rispondevano con incomprensione, disagio, rabbia e fastidio.

E tutta la mia vita ha sempre avuto queste quattro chiavi di lettura.
Ero quello che gli altri volevano che io fossi, giusto per stare tranquilla.
Per essere accettata.
Per essere amata.

E mi sono fatta un male che non potete immaginare.

Ora? Ora me ne frego, chi mi intralcia viene murato, allontanato, esiliato dalla mia sfera personale.
Solo cose belle? Quando posso scegliere, assolutamente sì.
Altrimenti la forza per sopportare quelle brutte da dove la prendo?

Mi fa strano sentire quanta forza, e potenza, ti dà credere in se stessi e lottare per affermarsi.

Non è facile, ogni giorno c'è sempre una vocina che mi chiede se sono sicura di quello che sto facendo, e se poi sbaglio? E se poi non è la strada giusta?

Ricomincerò.

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