Liceo.
Terzo, o forse quarto anno.
In filosofia studiammo personaggi quali Kierkegaard, con le sue spettacolari teorie sulla religione, e Feuerbach, col suo breve ma efficace monito "l'uomo è ciò che mangia".
Ovviamente non mi ricordo nulla della teoria filosofica che accompagnava e spiegava questa frase. Colpa di queste poche parole messe assieme, che focalizzano su se stesse tutta l'attenzione e la concentrazione. Veh che frasone assurdo, mica come i soliti concetti complessi dei filosofi. Questa frase spacca. Ed ecco che ti ricordi solo questa.
Comunque.
Sono passata dopo lavoro al Sigma, e mi sono comprata due belle insalatone miste. Solo due insalatone miste. E vi dirò di più, tornando a casa pensavo: "non vedo proprio l'ora di mangiarle!"
Questa frase avrebbe poco di strano detta da qualcun altro. Ma io, che per 24 anni ho divorato carne e affettati a colazione, pranzo e cena, ancora oggi mi stupisco di quanto sia stata in grado di variare la mia dieta, riuscendo in soli 2 anni a diventare praticamente vegetariana.
Scelta che importa e incuriosisce sicuramente più chi mi sta attorno di quanto interessi me. Voglio dire, io non ne faccio una questione di principio, gli altri invece sì, e si sentono puntualmente in dovere di criticare i vegetariani, le scelte alimentari secondo loro scorrette, bla bla bla, improvvisandosi tutti massimi esperti di alimentazione, pretendendo ovviamente, come tutti gli stupidi, di aver ragione.
E se a me 'sta cosa all'inizio mi irritava, oggi mi scappa da ridere.
Semplicemente perchè quello che mangio sono affari miei, e mi sembra ridicolo chiunque sia convinto, al contrario, che debba essere anche affar suo! Vivi e lascia vivere... mangia e lascia mangiare (ognuno quel cavolo che gli pare!)
Ma di persone che passano la loro vita a mettere il naso nella vita altrui, giudicando scelte di cui non sanno nulla, ne è pieno il mondo. E questo è bellissimo, perché senza certi soggetti riderei molto di meno di quanto non faccia già.
Tornando alla riflessione che volevo fare, mentre guidavo con le mie due insalate sedile passeggero, ho pensato alle tante scelte che ho fatto ultimamente, in ambiti completamente diversi, ma sempre connessi, perché facenti parte della mia sfera di azione, che non può far altro che identificarmi e dare un senso e una direzione alla mia vita.
Si dice poi che sono solo le cose buone quelle che fanno ingrassare? E in effetti mica è sbagliato.
Da quando mangio con gusto, si sono iniziati a vedere i rotolini, e la cellulite (sigh!). Sono riuscita a diventare una donna come si deve, con i difetti al punto giusto!
Però bisogna andare più a fondo.
A primo impatto, sono i cibi insani, ricchi di grasso, conservanti, coloranti, dolcificanti chimici e robaccia varia, non solo a piacerti ma a crearti una specie di dipendenza (panini del Mac Donald, Coca Cola, pollo fritto, patatine fritte, e ammettiamolo, anche una scarpa fritta potrebbe essere interessante se ricoperta di uno strato dorato e croccante, con quel bel profumino di unto e grasso.. mmmmh...).
Quando hai il classico voglino, non dici certo: cacchio che voglia di barbabietola che ho! - Oh adesso ci starebbe proprio un bel ravanello! - Mmmmm che profumino di carote! -
E il voglino diventa una regola: schifezze tutta la vita!
E' la patatina fritta che divori in due secondi, la Coca Cola che nei momenti di disagio esistenziale ti torna in mente e se non la bevi non puoi andare a letto soddisfatta (ditemi che non capita solo a me).
Però, quella robina che stuzzica il palato alla fine fa male, non in senso assoluto certo, ma ridurne il consumo al minimo aiuta a stare meglio,e il corpo ringrazia.
E l'insalata (quando parlo di insalata intendo tutta la verdura, frutta semi ecc. ecc.): ma che schifo. Ma non riempie, ma cosa sono, un coniglio?!
E all'inizio abituarsi, inserire tanta verdura e frutta in una dieta che prima ne era praticamente priva, è davvero dura!
Poi i giorni passano, scopri tante ricette, scopri tante combinazioni.. ed ecco che, magia, l'insalata diventa buona, gustosa. Ecco che prima al ristorante guardare solo i piatti senza carne era una tortura, dopo, col passare dei mesi, anche se li guardi, non ti interessano come una volta, e con il bene placito del tuo stomaco che brontola chiedendo pietà punti il dito sull' insalata mista e dici: Sì la voglio!
Questo per dire come ti cambia la prospettiva, e come l'abitudine condizioni pensieri, desideri e azioni.
Finora abbiamo parlato di cibi, più o meno sani, più o meno golosi, ma comunque buoni.
Modificando però l'oggetto del discorso, passando dalle scelte alimentari alle scelte relazionali, capita anche di abituarsi a mangiare cibi tossici, nocivi sempre, anche se li mangi una volta ogni tanto.
E' un po' come dire, abituarsi a pasteggiare con della m****.
E disabituarsi è un' impresa.
Sembra assurdo ma il cervello, e il cuore, sono organi complessi, e come tali più facili agli errori. Lo stomaco no, lui è istinto, mosso da spinte ataviche, sa cosa vuole, e non mangerebbe mai della m****.
Ma il cervello lo fa, e anche il cuore.
E finisce che ti ci riempi.
Ecco, bisogna starci attenti, seguire una dieta corretta, variata, e attenzione: ho detto variata, non avariata!
Perché allo stomaco gliela puoi dare della schifezza ogni tanto, ci pensano i succhi gastrici a sciogliere le robe pesanti, e ci pensa qualcos' altro a espellere quello che è di troppo.
Il cuore e il cervello fanno più fatica. Loro immagazzinano, memorizzano e ricordano. E cambiano.
Io, come per il cibo, non chiedo più permesso, nè tantomeno mi faccio condizionare dal giudizio degli altri, quando devo decidere con chi passare le mie giornate, come comportarmi, a chi dare confidenza.
Sto lontano dalle persone dannose, e anche da quelle troppo golose, quelle che danno dipendenza, quelle che sono belle sì, ma perché piene di finzioni.
Perché anche quelle fanno male, fanno sentire troppo il vuoto quando non ci sono, rendono tutto il resto troppo insipido, al punto che non vuoi più nient'altro, perché niente ti rende così appagata, così felice.
Ma cavolo, anche l'insalata rende felici. E belli, e sani, e forti.
E se la sai condire, coi giusti ingredienti, ti può stupire.
Sarei disonesta però se non ammettessi, che c'è bisogno ogni tanto anche delle schifezze.
Solo quelle buone però.
Nessun commento:
Posta un commento