In un contesto sociale, culturale, religioso e perché no, politico, come quello in cui sono nata io,
dove non ti dicono "la vita è bella", ma "la vita è piena di dolore, le persone sono stronze, tu sei stronzo", smettere di percorrere la strada della mortificazione, invertire la rotta, rompere tutti gli schemi, andare contro tutti, compresa la tua famiglia, che spesso ti guarda come un'aliena e non ti capisce, non è uno scherzo, una impresa da niente.
Non guardo la tv da anni, ma certe scelte sono condizionate comunque, anche senza bisogno di pubblicità martellante.
Il punto di partenza cambia, la strada cambia, e grazie al cielo cambia anche la meta.
Non ho mai fatto tanta fatica come in questo ultimo periodo, per rialzarmi da una rovinosa caduta, per rialzarmi e non riprendere sullo stesso cammino, ogni giorno disorientata perché era tutto nuovo, perfino io. E' stato tremendo. Perdere le proprie certezze, i propri punti fermi, è terrificante.
Ma poi vedi la gente che da anni ti ripete le stesse cose, le stesse lamentele, la stessa incapacità di cambiare la propria vita. E ti guardano, e si prendono un po' di te come antidepressivo del momento, per poi andarsene e tornare quando non ce la fanno, di nuovo, più. Non dandoti niente, se non la loro confusione, che purtroppo, spesso, confonde anche me. E quando va peggio, ti scaricano la loro frustrazione addosso, e io ho sbagliato a farmene carico per troppo tempo con troppe persone.
Si chiama sfruttare gli altri, ma loro non lo capiscono. Se lo capissero, forse, non lo farebbero.
Comunque, qualunque passo verso un progresso, almeno per quanto mi riguarda, è un'impresa.
Perché sono pigra, insicura e spesso spaventata.
Però pian pianino, con forza di volontà, perseveranza, agendo di più e pensando di meno, qualcosina cambia.
Chissà quante crisi dovrò ancora attraversare nella mia vita per assomigliare almeno un po' alla persona che vorrei essere. Sperando di non ripetere gli stessi errori, di non tornare ai vecchi schemi.
Ricordandomi che dire no, e fare quello che amo fare, è qualcosa di giusto. Sembra assurdo, ma mi ci volevano 25 anni per capirlo.
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