mercoledì 7 marzo 2012

Sono l'occhio che guarda,
che vede l'ombra,
dietro la superficie convessa illuminata, appesa al soffitto.

Sono quell'ombra, immobile, scura, un punto nero fermo sulla palla luminosa, impietosa, spietata.

Sono il tentativo di raggiungere una chimera,
sono Icaro, le sue ali di cartone, sono il volo verso il sole caldo, che non scalda ma brucia.

Di me rimane un'ombra, che riposa eternamente nella sua gabbia, nel suo tentativo di raggiungere un finto sole, un finto cielo finito.

Quando quel finto sole morirà,
sarà svelato il suo inganno,
a cui seguirà l'oblio definitivo.

L'ombra sparirà.

Avanti il prossimo.






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