domenica 23 ottobre 2011

Se potessi eviterei

A 24 anni si può morire per una passione? Il dire "almeno è morto facendo quello che amava" ha qualche valore in fondo?

Sento dire continuamente dai miei amici centauri o appassionati di corse che quella è una passione, che poi non è così facile ammazzarsi, che io "non posso capire"..

Sì esatto io non posso capire,
non dico che sia meglio morire in un letto d'ospedale attaccati a delle macchine, ma cazzo, a 24 anni, solo per una passione? Perché il "solo" è d'obbligo.

Io penso solo che il dolore che si lascia è troppo grande; io spero solo che i miei figli scelgano passioni diverse, perché difficilmente accetterei di vedere un ragazzo sano morire schiacciato sotto le ruote delle moto di altri suoi compagni, mentre viveva la sua passione.

Perché oh sì c'è la libertà di fare quello che si vuole, e se ami qualcuno glielo lasci fare, però il dolore poi se lo deve gestire chi resta.

Triste.. molto molto triste. Sono piuttosto cinica, e raramente mi sconvolgo di fronte alle più svariate morti, fatti di cronaca nera o altro. Ho acquisito la tipica forma mentis, tremendamente lucida, del giurista.

Ma di fronte a questo genere di cose,  che io classifico "morte che si poteva benissimo evitare", proprio non riesco a trattenere la rabbia e il dispiacere.

Dispiace tanto, non per il motociclista che è morto mentre faceva quello che amava, ma per il ragazzo giovane e sano che aveva una vita davanti, e ora non c'è più.

Lo so che il silenzio sarebbe d'obbligo, ma non mi va di stare zitta. Se mi andasse di stare zitta, non avrei un blog.



p.s. Non ha fatto quasi in tempo a morire che già i telegiornali fanno a gara a chiedere alla gente "cosa ricordi di Simoncelli" e via dicendo.

La solita squallida etica giornalistica.

Nessun commento:

Posta un commento