giovedì 10 luglio 2014

Per esempio.

A volte perdo il senso.
Quando, come oggi, sono davvero stanca.
E' vero, ho fatto tardi.
Cena aziendale coi colleghi, poi giretto e chiacchiere.. e arrivi a casa all' 1 di notte.
E mica sono poi cosi tanto giovane da riuscire a svegliarmi, in tempo e figuriamoci riposata, per affrontare la giornata lavorativa.
Che poi il giovedi entro mezz'ora prima.
Doppia angoscia.
Non ne ho mezza.
Posso starmi a casa?
Se penso che manca ancora un mese alle ferie, mi passa quasi la voglia di farle.
E poi fuori è brutto.
E poi c'è chi mi chiede: ma perché stai sempre su facebook? (che poi mica è vero..)
E io rispondo: perché a parte i millemila clienti con cui parlo tutti i giorni a lavoro, nel tempo libero non è che ho chissà quante persone che mi chiamano, che mi raccontano la loro giornata.
E allora c'è facebook.
Ma va bene cosi, sono selettiva, e non vorrei mai sprecare tempo a parlare con chi ha solo cose inutili da dire. I mono tematici, gli autoreferenziali, i lamentoni perenni, quelli proprio non li reggo.
Piuttosto il silenzio, piuttosto facebook.
Gossip non invadente.
E mentre davo la mia risposta ho pensato che io ce l'avevo una persona i cui discorsi mi hanno interessato sempre tutti, con cui non riuscivo proprio ad annoiarmi, e mai una volta ho preferito il silenzio al nostro scambio di pensieri, di vita, di emozioni e di stronzate.
Mi sono quindi sentita un po' patetica, perché per l'ennesima volta agli occhi del mio interlocutore sono passata per quella sola e senza amiche. Anche se io non me ne faccio un cruccio.
Anche se in effetti, oggettivamente, un po' sola lo sono. O meglio, in mancanza di qualcosa.
E quindi vedi, il problema non sono le poche ore di sonno, l'aria gelida di luglio (non non è un ossimoro, è solo un gran tempo di merda).
Il problema è quando, per fare la cosa giusta, devi rinunciare a qualcosa, che comunque, inevitabilmente, cercherai ancora, finché non la ritroverai.


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