E non è stato uno dei soliti sogni che riguardano te..
Ho sognato che eravamo a una cena da un mia amica d'infanzia, e c'eri tu accanto a me..
A un certo punto dicevo: "tra un po' arriva anche il mio moroso"..
Poi realizzavo il fatto che tu ancora non lo sapevi, che avevo il moroso. E stavi zitto, ma io iniziavo a essere preoccupata..
Al ché tu hai detto che dovevi andare via, hai salutato tutti, io ho detto agli altri che ti avrei accompagnato alla porta (eravamo al quarto piano, senza ascensore). E mi ricordo anche che avevo chiesto l'affitto alla mia amica, perché rimaneva senza coinquiline.. lei mi ha risposto 450 euro, spese incluse, appunto perché non c'era l'ascensore.. (devo giocare sti numeri al lotto)
Ci siamo fermati a un pianerottolo, ma non era un pianerottolo, era un vero e proprio piano con panchine, piante e tanta altra gente.. C'era anche una tipa che mi stava antipatica, e mi sta tuttora, che ci guardava, giusto per farsi i fatti nostri.
Insomma, io ti abbraccio, come per paura che tu te ne vada e non torni più.
Tu sei arrabbiato, ma non mi sgridi, non mi urli addosso, sei educatamente arrabbiato.. quindi non è il tono ma le parole a ferirmi, e il tuo sorriso che è un misto di imbarazzo, disagio, disillusione e rabbia (lo conosco quel sorriso, di solito è il mio, e anche il polemizzare educato.. mi sa che in questo sogno tu hai fatto le veci della mia coscienza).
Mi dici "e io che mi fidavo di te e tu scopavi con mezzo mondo eh?" Però sorridi, il tono è dolce, perché sai di non poter pretendere da me quello che tu non mi hai mai dato per primo.. onestà.
Io avrei voluto dirti tante cose, ma come nella realtà, anche nel sogno rimangono lì, tra il petto e la gola, e non escono. Ti avrei voluto dire qualcosa che guardandoti e mentre ti abbracciavo stretto, urlava dentro di me, vero come una luce abbagliante che elimina ogni ombra. Ma non ne ho avuto il coraggio. Non ho il coraggio di affrontarlo. O forse, semplicemente, so che sarebbe inutile, tanto tu non cambi, tanto niente cambierà mai.
Avevo paura di perderti, come sempre.
Poi, non mi ricordo bene,se io o te prendiamo un autobus e andiamo verso la stazione.. La mia amica mi chiama raccomandandosi di tenere il biglietto con me, e altre accortezze, "perché hanno intensificato i controlli, e basta un niente per farti fare la multa".. Io la ringrazio ma ho tutto sotto controllo.. l'unica volta che non avevo il biglietto, in sei anni di vita da pendolare, ho beccato i controllori.. quindi conoscendo la mia sfiga proverbiale, sto sempre attenta.
Poi boh, mi sono svegliata, o forse non me lo ricordo più il seguito.
Ah sì, andavo a comprarmi un paio di ballerine con una mia collega di università, con cui avrò parlato due volte massimo.. Le andavo a comprare perché non so cosa avessi ai piedi ma non potevo uscire senza comprarmi un paio di ballerine.
A un angolo della strada incrocio quella che è stata la mia amica per 5 anni, quella che io credevo una vera amica, un'altra persona che ho perso quest'anno, perché ero stanca di ingoiare rospi. Ero stanca che un' amica mi remasse spesso e volentieri contro.
La vedo di sfuggita, sento che si sta brontolando con un'altra persona. Lei brontola dalla mattina alla sera, è fatta così. La vedo, ma non la saluto.
Tiro dritto.
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