"Io sono una di quelle persone che hanno costantemente paura di disturbare, di essere di troppo, di dare fastidio. Sono una di quelle persone che dentro vorrebbero urlare e poi respirano persino piano per paura di infastidire, che in mezzo agli sconosciuti vorrebbero far sapere che esistono, ma si limitano a stare in silenzio e a osservare intensamente, e solo quando nessuno sta guardando, come se persino uno sguardo potesse essere di troppo. Sono una di quelle persone che vorrebbero scalpitare e poi camminano in punta di piedi anche in una stanza affollata, che dentro urlano forte e fuori parlano piano, quando non possono semplicemente stare in silenzio, perché non sanno mai qual è il tono giusto, quello che gli altri accetteranno o riusciranno a sentire.
È per questo che scrivo. Perché la carta è muta, non può dirmi che sono chiassosa; perché la carta è mia, e non posso sentirmi di troppo; perché una parola scritta è una parola scritta, non urla e non sussurra, ma parla a mezza voce solo a chi vuol sentire. Scrivo perché lo si fa in silenzio, e io nel silenzio mi trovo bene".
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