domenica 21 agosto 2011

"Abbi un'identità delirante, o perlomeno, non respingerla".

Appena arrivata su questa Terra con la navicella spaziale "Mamma Ele", le infermierine, nonostante il mio ittero che mi rendeva un po' giallognola, mi diedero un bel 10 e dissero a mia mamma: "oooh, è proprio uguale a Ciccio Bello".
Come sprecare tutta la riserva di gloria di una vita in pochi attimi. E il brutto è che non me lo ricordo neanche, quel momento. Uffa. Perché da quel giorno in poi, l'inevitabile declino.

Sì perché quando arrivi in cima mica puoi salire ancora più su.. devi scendere. Per forza di cose. E allora io scesi, da Ciccio Bello a Befana in neanche un lustro di secolo.

E pensare che i miei non me l'hanno mai voluto regalare Ciccio Bello. Mi dovetti accontentare di un fake che divenne presto il mio fidato amico "Luigi". Era biondo, nasino schiccio, insomma un ganzo, con la capigliatura stile Nick dei Backstreet Boys (chi ha imitato chi?), la camicetta bianca e la salopette azzurrina che lo rendeva senza dubbio alcuno il mio primo principe azzurro senza cavallo.
In fondo avendo Luigi, non mi serviva nessun Ciccio Bello.

N.B. E' proprio perché questi discorsi non interessano a nessuno, che li scrivo.





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